sabato 13 ottobre 2007

..Riflessioni su..."La ragazza del lago"..

























Capita alcune volte di stupirsi vedendo un film. Ma è opportuno capire di quale natura sia questo stupore: positivo o negativo? Si parte da una riflessione contemporanea: cinema italiano in profonda crisi, in apena perenne, quasi da rianimazione. Tuttavia brevi ed isolati fenomeni sconvolgono questa convinzione ormai sostenuta da tutti i critici cinematografici, avvalorata anche dall'andamento dei film italiani alla Mostra del Cinema di Venezia di quest'anno: nessuna pellicola nostrana ha ricevuto un solo premio. Però, quando meno te l'aspetti, compare una piccola luce alla fine del tunnel: compare un sabato sera, al "Tibur" di San Lorenzo. Io e Francesco, assolutamente costretto da me, abbiamo assistito alla proiezione di "La ragazza del lago", ultimo film di Andrea Molaioli, di cui, fra i tanti, spicca il nome di Toni Servillo e Valeria Golino. La storia in se è assolutamente legata alla cronaca attuale: si parte con il ritrovamento del cadavere di una giovane di belle speranze vicino ad un lago veneto. Non siamo a Garlasco, per fortuna, il suo fidanzato non si chiama Alberto e la ricerca del suo assassino non si protrae così a lungo, almeno qui i Ris non hanno il fiato sul collo! Questo caso apparentemente intricato viene affidato ad un commissario, dal carattere particolare, con dei problemi familiari molto gravi ed irrisolvibili. Pian piano la vita, le speranze, gli amori di questa ragazza emergono con forza, fino ad arrivare ad una verità sconvolgente, quasi inaspettata: da qui lo stupore di cui parlavo prima. Ritorno del realismo? Forse potrebbe essere presto per rifarci a ciò: tuttavia la riflessione critica e gli spunti di tipo etico-sociale non mancano. Si può ben sperare per il futuro? Non so, ma almeno abbiamo per un attimo accantonato o perlomeno oscurato le storie strappalacrime ed adolescenziali tipiche del cinema del nostro tempo. Non sarà un evento epocale ma... io mi sono stupita.

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